Grigio, massiccio, con inquietanti occhi gialli: non miagola mai e non si sa granchè della sua storia. Ecco il ritratto di un gatto "diverso" da intenditori.
Il certosino è un gatto così bello che deve imporsi senza alcun contorno! La sua bellezza è fatta di estrema semplicità è da diecimila piccoli particolari che insieme formano un quadro perfetto." |
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Sono parole del pittore Giorgio Tonelli di Bologna, grande appassionato di gatti un personaggio alquanto singolare che per il suo allevamento di certosini ha scelto il nome "Rosa Croce" un'antica setta esoterica che richiama alla memoria quelle abbazie monacali e quei manieri misteriosi che hanno fatto da sfondo all'ultimo romanzo di Umberto Eco, il ponderoso "Pendolo di Foucault".
È allo storico Rosenkreutz, pensatore tedesco del '400, interessato alle forme misteriche e ad una spiegazione nonché risistemazione del mondo raggiunta attraverso tutta la conoscenza dei misteri dell'occulto, che dobbiamo appunto la nascita della setta dei Rosa Croce, della quale si sa solo che esiste o poco più. Molto più occulta della massoneria, ogni tanto, nel corso dei secoli, spunta in alcune vicende storielle, come per esempio nel '700 e all'inizio del '900 per poi scomparire nel nulla per chissà quanti anni ancora. È proprio Rosenkreutz che cita in uno dei suoi scritti il gatto certosino come uno degli animali più enigmatici e misteriosi, considerata la sua origine orientale, il suo aspetto grigio, pesante, severo e quegli occhi così gialli. Ed ecco allora il nome di una setta segreta per ben rappresentare la rarità di questa razza. Quasi a dire che si deve essere degli iniziati per meritarsi un certosino! Tonelli è un valente pittore, dalla professionalità dotta, ed il risultato del suo dipingere è secco, preciso, monacale; un suo quadro è un quadro fatto di estrema semplicità, la stessa che gli fa preferire il certosino, un gatto a tutto tondo, concreto, dal carattere schivo, mai appariscente o fru-fru. Basti pensare che Tonelli, alle esposizioni, non ha mai addobbato le gabbie dove esponeva i certosini, un atteggiamento davvero controcorrente, considerando il fatto che l'addobbo di una gabbia con tende di pizzo o pregiate stoffe colorate è il primo pensiero di ogni espositore. All'esposizione di Cento di qualche anno fa, ci fece visita durante una Speciale Certosino e ci sentimmo in dovere di domandargli il perché di questa "manchevolezza". Mi rispose sorridendo che dal mio punto di vista avevo tutte le ragioni, ma che i certosini dovevano essere visti nella loro interezza, nella loro semplicità e bellezza francescana. Mettere addobbi di supporto per valorizzarli, gli sembrava un po' come tradire la loro solida immagine. Solo un artista poteva dare una simile risposta. Capimmo cosa voleva farci intendere... Coerente fino in fondo. Credo che nessun gattofilo passi tante ore con i suoi gatti, nel suo studio. Mentre dipinge è attorniato dai suoi certosini e dagli europei, a turno li accarezza. Di questi gatti lui sa tutto, possiede la chiave del loro carattere, la loro è una vita in simbiosi, in silenzio. La Storia del Certosino in Italia Tonelli ha sempre posseduto gatti comuni ed è giunto al certosino il giorno in cui gliene fu regalato uno, grigio e dagli occhi gialli, ma ben lontano dallo standard. Si incuriosì e partì alla ricerca di notizie su questa razza che già sapeva di mistero. Trovò parecchie citazioni su di lui: un poemetto del 1558 dello scrittore Du Bellay, una sua descrizione nel "Dizionario di Storia Naturale" di S. des Bruslon nel 1723, e ancora nella "Storia Naturale" dello svedese Linneo nel 1735 e più tardi, nel 1756, ancora più dettagliatamente, nella "Storia Naturale" del francese Buffon. Più la sua conoscenza letteraria si approfondiva più la sua "curiosità aumentava e con essa il desiderio di sapere tutto sul certosino, di vederne uno "vero" e alla fin fine di possederne uno. Era di ventata quasi una sfida. In Italia non esistevano esemplari disponibili. Dopo tanto cercare ne trovò finalmente uno, un maschio, Cervin de la Belrousse, in un prestigioso allevamento francese, al quale fece seguito Corat de la Belrousse, la sua prima femmina, bellissima e dal carattere molto particolare. Frutto di un accoppiamento in stretta consanguineità, ha sempre avuto una salute cagionevole ed è perciò stata oggetto di molte cure e attenzioni da parte di Tonelli al quale si è affezionata in un modo incredibile; lo seguiva ovunque, gli andava incontro con la coda ritta al suo ritorno in casa, se faceva un fischio lei subito arriva. Sono poi entrate nella "setta" dei Rosa Croce Cartouche e Capucine du Bois de Meudon seguite da Elysée, di origine belga, un fiore all'occhiello dal rarissimo mantello chiaro sfumato d'azzurro. Hanno vissuto in parte in appartamento ed in parte a Ro Ferrarese, nella villa di Vittorio Sgarbi, il critico d'arte divenuto personaggio televisivo di gran fama, mise gentilmente a disposizione una parte dell'ampio giardino dove, all'interno di una grande voliera, furono costruite due comode casette di legno proprio per loro. IL PRIMO ALLEVAMENTO RICONOSCIUTO IN ITALIA L'allevamento di gatti di razza certosina, "Rosa Croce" è il primo in Italia riconosciuto dalla Federazione Felina Italiana. Nel luglio del 1988 viene registrata la sua prima cucciolata, seguita da una seconda nel marzo 1989. Tra un impegno e l'altro Giorgio Tonelli ha esposto i suoi preziosi amici in molte esposizioni feline aggiudicandosi molti riconoscimenti: i Best dei peli corti a Bologna e a Cremano, per esempio, sono due tappe memorabili di grande soddisfazione. La reazione del pubblico? C'è un 'affezionata minoranza che va in estasi per lui, solo per lui, senza badare alle altre razze feline. Ma l'obiettivo a cui tiene di più è fissare, oltre che l'aspetto, il carattere dei suoi esemplari: equilibrato, solido, riservato ed affettuoso. Un carattere che li rende splendidi gatti da compagnia. Allevamento "Rosa Croce" di Giorgio Tonelli. FOTO DELLA PRIMA CUCCIOLATA TUTTA ITALIANA
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